Silvia Profili Lab IV Saggio
domenica 14 luglio 2013
martedì 25 giugno 2013
sabato 22 giugno 2013
Progetto in linea con la direttiva europea
Il Parlamento Europeo ha emanato il 24.01.2013 una direttiva riguardante la materia della realizzazione di un infrastruttura per i combustibili alternativi che imporrà, se tramutata in legge, un adattamento entro il 2020 da parte di tutti gli stati membri.
Quella che era solo una mia semplici idea progettuale si rileva, a questo punto, un passo indispensabile da compiere per adattare il nostro paese alle indicazioni comunitarie, in materia di realizzazione di una reta infrastrutturale per la vendita di energie alternative.
venerdì 21 giugno 2013
Incontro con il committente
Intervista ad Alessandro Piva
Ciao Alessandro, come prima cosa vorrei sapere di cosa ti occupi presso la Q8?
Io presso la Q8 sono responsabile
ricerca e sviluppo prodotti. Cioè mi occupo di controllare la qualità dei
prodotti e risolvere i problemi che riguardano la composizione dei combustibili
venduti presso le stazioni di servizio.
Spero di esserti comunque d’aiuto, non essendo esperto nella
diretta progettazione di nuovi impianti, ma, lavorando comunque nel settore
della ricerca, ti posso dare molte informazioni utili riguardo alle nuove fonti
di energia attualmente presenti sul mercato o, comunque, in fase di
sperimentazione e ti posso anche dare numerose informazioni da un punto di
vista normativo, occupandomi anche della documentazione legislativa in
ambito
di energie rinnovabili.
Iniziamo con il tema delle energie rinnovabili: analizzando
dunque quelli che sono i possibili scenari e le tendenze attuali del mercato,
verso quali nuove fonti di alimentazione mi consigli di orientarmi?
Già oggi, seguendo quella che è una normativa vigente, tutte
case di vendita di combustibili fossili sono obbligate ad inserire il 4,5% di
prodotto proveniente da fonti rinnovabili cioè, mi spiego meglio, il diesel che
tutti compriamo al distributore è costituito ora per un minimo del 4,5% da bio
diesel. Questo, valore secondo una direttiva europea, dovrà raggiungere il 10%
entro il 2020. Dunque seguendo questa
tendenza sicuramente la scelta di vendere e produrre, cosa che però ti
sconsiglio di fare direttamente nel tuo lotto per mancanza di spazi e di
materie prime, biodiesel e biogas è sicuramente giusta.
E per le altre forme di energia?
Sicuramente l’elettrica si presenta oggi in forte sviluppo,
basta pensare a quante case automobilistiche investono sul tema. Sempre di più
si sta allargando il commercio di queste vetture e dunque, di conseguenza,
anche la richiesta di nuovi punti per le ricariche sta con il tempo aumentando
in modo esponenziale. Basta pensare che l’ENI sta portando aventi il progetto
per una ventina di stazioni per rifornimento di auto elettriche, certo un
numero molto basso rispetto ai circa 15.000 punti vendita che possiede ma è pur
sempre un punto di partenza.
A tal proposito vorrei farti una piccola osservazione. Si
deve prestare molta attenzione nel differenziare verso quale tipo di
rifornimento ci si vuole indirizzare, cioè a breve o lunga sosta. In entrambi
casi devi considerare che intorno alla stazione che stai progettando devono
essere presenti delle aree in cui l’automobilista può sostare.
A tal proposito ti volevo mostrare il mio progetto che si
muove proprio verso tale direzione. Cosa ne pensi?
Il progetto è molto affascinante è proprio quello che si
dovrebbe fare! Molto interessante è anche il tema di cercare di unire più
funzioni diverse all'interno di uno stesso sistema: bar, ristorante, stazione,
uffici, laboratori, percorsi…devo dire che nella tua ottica di mix funzionale
ogni singola parte collabora con l’insieme non perdendo comunque la sua
autonomia e indipendenza. Il tutto è molto chiaro ma devo anche dirti che molto
utopico, sarebbe bellissimo un giorno arrivare a livelli per i quali una
stazione sia totalmente autosufficiente anche dal punto di vista della
produzione delle risorse vendute, ma ad oggi questo è quasi impossibile. Rimane comunque una buona idea e una sfida
per il futuro!
Ciò non toglie che questa tua green station, magari pur non
riuscendo ad essere totalmente autosufficiente, si possa attaccare ad una rete
esterna di produzione di energia sempre rigorosamente pulita e certificata. Il
tuo intervento rimane comunque un buon tentativo di un centro sperimentale
riguardo questi temi, quasi didattico, dove le maestre portano i bambini in
gita con la scuola per fargli vedere direttamente cosa è e come viene prodotta
l’energia rinnovabile, un posto dove, dunque, le persone vengono sensibilizzate
e avvicinate a questo tema.
Mi fa piacere che sei riuscito a cogliere subito il concetto
di Mixitè e l’idea di base di tutto il mio progetto: una green station che
avvicini le persone al tema delle energie rinnovabili. In quest’ottica hai
qualche consiglio da darmi?
Data la disponibilità di spazi a tua disposizione e data la
tipologia di servizi che offri ti consigli di orientarti principalmente sulla
ricarica a breve termine delle auto elettriche, dura circa 30 minuti il tempo
per un caffè o un pasto veloce.
Inoltre la tua chiara volontà didattica ti può permettere di
rendere più flessibili e permeabili i laboratori al piano superiore, rendili
non solo punti per la ricerca sperimentale ma posti di interrelazione anche con
le persone non esperte della materia. Puoi pensare a giornate in cui l’intera
struttura sia aperta all’intero quartiere, permettendo ai cittadini di operare
attivamente all’interno dei laboratori, o a piccole mostre mediante le quali
vengano spiegati i nuovi scenari riguardanti la materia delle energie
rinnovabili.
Grazie mille, un ultima domanda, dunque secondo te in un
ottica proactiv la Q8 o altre compagni sarebbero interessate a tale progetto?
Secondo me è molto interessante e a breve potrebbe
interessare tutte le compagnie. E’ uscita da poco una direttiva del parlamento
europeo che, se tramutata in legge, obbligherà tutte le grandi casi a rientrare
entro certi standard di produzione e vendita di energie pulite, principalmente
per ora biodiesel, biogas e a predisporre il posizionamento di nuovi punti per
la ricarica di auto elettriche. In tale ottica credo che saranno le stesse
grandi case a doverti venire a cercare! E che dunque le tue scelte progettuali sono
più che in linea con le tendenze attuali.
Grazie Alessandro spero di rivederti il giorno dell’esame.
domenica 16 giugno 2013
sabato 15 giugno 2013
lunedì 22 aprile 2013
Scacchiera
Materiali
Fase1: VELOCITÀ
La prima cosa da fare quando ci si trova di fronte ad un opera che non si conosce è quella di analizzarne la forma. Punto di partenza del progetto è una serie di muri; gli spazi compresi tra questi vengono articolati e manipolati per rispondere alle funzioni richieste dal programma. I muri si stratificano, guizzano lungo linee di forza centrifughe, si dilatano e interrompono, vi si incidono i tagli e gli squarci della aperture. Il manufatto rifiuta ogni lettura statica e frontale, non si può capirlo restando fermi, osservando da un solo punto di vista. La velocità delle forme dinamiche risulta essere essa stessa la scacchiera.
Prove di scacchiera:
Per Hadid è importantissimo ricollegare l'architettura con la natura e nel cercare di farlo utilizza il concetto di tessitura. Edificio e contesto, edificio e
paesaggio appartengono alla stessa logica formativa, sono fatti delle stesse
logiche formali, dagli stessi materiali concettuali in un intreccio non
distinguibile a priori tra la logica formativa dell’uno -paesaggio- e quella
dell’altro -architettura-. Per ciò tutta l'analisi del contesto costituisce la scacchiera, non vi una netta separazione tra edifici e natura, qualsiasi elemento potrebbe benissimo alzarsi, ruotare... diventare altro in un crescente processo tensionale che mira all'accellerazioe, alla velocità.
I singoli elementi della scacchiera possono scorrere e andare a disegnare nuovi spazi, anche quello della area di studio, per iniziare ad analizzare nuove possibili soluzioni.
Fase1: VELOCITÀ
La prima cosa da fare quando ci si trova di fronte ad un opera che non si conosce è quella di analizzarne la forma. Punto di partenza del progetto è una serie di muri; gli spazi compresi tra questi vengono articolati e manipolati per rispondere alle funzioni richieste dal programma. I muri si stratificano, guizzano lungo linee di forza centrifughe, si dilatano e interrompono, vi si incidono i tagli e gli squarci della aperture. Il manufatto rifiuta ogni lettura statica e frontale, non si può capirlo restando fermi, osservando da un solo punto di vista. La velocità delle forme dinamiche risulta essere essa stessa la scacchiera.
Fase2: TESSITURE

Scacchiera:
Fase3: NUOVI SCENARI
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